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Spinazzola fra Passato (!), Presente (…) , Futuro (?)

Lunedì, 15 Giugno 2009

I nati negli anni ’50 hanno avuto l’opportunità di vivere la transizione dal sistema sociale tradizionale (basato sui valori della famiglia e del lavoro), frutto di secoli di maturazione, a quello moderno dominato dall’individualismo.

Costoro sono oggi in età lavorativa matura, quindi conoscono anche la realtà sociale ed economica corrente. Ebbene questa categoria di cittadini, cui appartiene chi scrive questa nota, può confrontare e riflettere su ciò che la modernità ha approvato e su quanto ha cancellato.

La prima riflessione è certamente: “è cambiato davvero tanto!”. Mai come negli ultimi decenni le trasformazioni sociali e l’evoluzione tecnologica e quindi economica sono state così rapide! Il principale fattore di cambiamento, in positivo, è stata la quasi totale eliminazione della fascia sociale di povertà estrema: è stata una grande conquista! Purtroppo ci sono anche dei cambiamenti in negativo, e sono riconducibili all’indebolimento dei vincoli di appartenenza alla famiglia ed alla comunità. Questa è forse una caratteristica umana: l’uomo meno si sente “debole” e più si sente “autonomo”, distaccandosi dal “gruppo” sociale o familiare di appartenenza. Sono state quindi ridimensionate le famiglie patriarcali, tipiche delle società rurali, con il risultato dell’aumento dell’emarginazione degli anziani e della delega dell’educazione dei giovani (anche al lavoro) al di fuori del gruppo familiare.

Purtroppo si osserva anche un altro fattore negativo nel cambiamento del modo di vivere della collettività spinazzolese: la disaffezione per la “terra”, per il luogo dove si vive, da cui i genitori hanno colto i frutti che hanno alimentato l’attuale benessere! E’ svanita la considerazione che la “terra” debba essere rispettata, coltivata amata! La terra ( cioè il territorio, l’ambiente, la città, i luoghi fisici dell’esistenza) vive con i suoi abitanti, offenderla equivale a fare del male a chi ci vive ed a chi ci vivrà. Ecco il punto centrale di questa nota di riflessione: “l’eredità dei Padri è stata coltivata e rivalutata dalle nuove generazioni?”.

Il riferimento è sia ai beni fisici che costituiscono l’ambiente urbano e rurale sia ai valori umani legati alla famiglia ed alle relazioni sociali. Il progresso di una comunità umana si basa proprio sulla capacità generazionale di trasferire” valori aggiuntivi” ai posteri. La risposta alla precedente domanda se data dagli spinazzolesi forse non è in positivo! Molte distruzioni sono state perpetrate negli ultimi decenni, a quale scopo se neanche contribuiscono ad una elevazione economica? La dissennatezza, la povertà culturale, la mancanza di valori etici di riferimento ne sono la causa profonda. E’ forse anche qui che bisogna ricercare le motivazioni del declino socioeconomico dell’amata Spinazzola. Ma i singoli cittadini cosa possono fare se le istituzioni non riescono a promuovere adeguatamente il bene comune? I cittadini possono motivare le proprie scelte (che siano inerenti alla vita familiare o economica o in riferimento ai rapporti sociali) con principi etici ispiratori. Quali sono questi principi etici? Quelli della saggezza dei padri che non vengono più tramandati: il rispetto per gli altri, l’amore per la famiglia, la sacralità dei luoghi di interesse comune!

Questo patrimonio deve essere recuperato se si vuole trasferire alle generazioni future una comunità più ricca di risorse materiali e spirituali. Il potenziale di ricchezza in termini di valori umani e sociali che la generazione di chi scrive ha ereditato è davvero grande! Molti lo ignorano, non lo coltivano, e questo rende difficile il trasferimento dei valori alle giovani generazioni con le conseguenti devianze. Bisogna valorizzare la comunicazione generazionale con i giovani, e sarà assolto il dovere umano di consentire loro di vivere in una dimensione non di inedia ma di progresso!

Antonio Glionna

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