Giornalismo sotto “la morsa” dell’oscuramento
Sono 324 i giornalisti italiani che nel 2011 sono stati minacciati. Loro colpa, quella di voler fare un giornalismo che permetta alla nostra democrazia di rimanere tale. I dati sono stati pubblicati in un dossier elaborato da Ossigeno per l’Informazione, l’osservatorio che è stato creato ad hoc nel 2008 dalla FNSI insieme all’Ordine nazionale dei giornalisti, proprio per accertare la natura e la dimensione di questo triste fenomeno.
I risultati presentati nel Rapporto 2011-2012 dicono che tra il 2006 e il 2011, l’osservatorio ha accertato 230 intimidazioni con 925 giornalisti coinvolti. Questa è la parte visibile di un fenomeno che rimane in gran parte sommerso e che, secondo le stime di Ossigeno per l’Informazione è dieci volte più grande.
Purtroppo la Puglia non si sottrae al fenomeno. Nella nostra regione i casi d’intimidazioni segnalati nel biennio 2009-2010 nel rapporto dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione, sono 4, su un totale di 78. Peggio della Puglia, in Italia, stanno solo Calabria (con 20), Lazio, Sicilia, Campania e la Lombardia, dove ormai le infiltrazioni della ‘ndrangheta sono un dato acquisito. I giornalisti pugliesi finiti nel mirino sono Alessio Dipalo, direttore della piccola Radio Regio di Altamura, che ha subito percosse e a cui è stata incendiata l’auto; Angelo Ciavarella, corrispondente da San Severo della Gazzetta del Mezzogiorno, cui hanno incendiato la macchina; stessa sorte toccata a Gianni Lannes, free lance foggiano, sotto protezione dal 22 dicembre del 2009 e infine il pubblicista e criminalista Michele Cagnazzo a cui hanno inviato un proiettile
Le dimensioni del fenomeno sono dunque grandi e non è più possibile trascurare il problema. Non è solo questione di garantire la sicurezza e la libertà personale di centinaia di giornalisti, ma di garantire la libertà di stampa e il diritto dei cittadini di essere informati, perché per ogni giornalista
intimidito c’è l’oscuramento di un grappolo d’informazioni di grande interesse pubblico. Non a caso il gran numero di giornalisti minacciati allarma le istituzioni internazionali e continua di anno in anno a fare perdere posizioni all’Italia nella graduatoria internazionale sulla libertà di stampa: l’ultimo declassamento è arrivato nei giorni scorsi da Reporters Sans Frontieres, ed è stato uno scivolone in basso di altre 12 posizioni.
Per fermare la deriva dell'oscuramento, ha segnalato Aidan White, Presidente del Sindacato Europeo dei Giornalisti, “è necessario che i giornalisti e le istituzioni sviluppino iniziative nuove, più adeguate di quelle finora realizzate. La prima esigenza che si avverte è quella di diffondere fra i cittadini, fin dalla formazione scolastica, la consapevolezza della situazione e la coscienza che occorre difendere la libertà di stampa per difendere la libertà tout court, e per fermare l'avanzata corruttrice delle mafie all'interno del mondo politico, economico e finanziario, che determina una desertificazione dei diritti e della democrazia.”.
Sarebbe utile aggiunge White, “che a scuola gli studenti apprendessero insieme ad altri principi basilari che i documenti fondamentali delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea, la Costituzione Italiana, la Carta dei Diritti dell’Uomo sanciscono il loro diritto di essere informati e il dovere dei giornalisti di informarli, e imparassero a riconoscere i casi in cui si deroga a questi principi in modo subdolo e strumentale. Sono molti i casi in cui s’invoca uno stato di emergenza che non c’è; i casi in cui s’invoca impropriamente il rispetto assoluto della privacy nei confronti dell’operato di personaggi pubblici per i quali invece si dovrebbe pretendere la massima trasparenza, o i casi in cui impropriamente si liquida spregiativamente come giustizialismo una legittima aspettativa di giustizia; o i casi in cui si prende di mira con altrettanto ingiustificabile disprezzo il vero garantismo; o, infine, infine i casi in cui semplicemente si fanno prevalere convenienze politiche, opportunismi o esigenze di bilancio delle aziende editoriali per ridurre le strutture dell’informazione giornalistica primaria al di sotto degli standard minimi. “.
I cittadini conclude il Presidente del sindacato europeo dei giornalisti, “dovrebbero essere in grado di distinguere l’informazione senza qualità come distinguono le frodi al mercato alimentare. Dovrebbero essere istruiti a riconoscere e contrastare i tentativi di privarli di un diritto fondamentale: quello di avere un’informazione tempestiva, completa e veritiera. Dovrebbero pretendere più attivamente che i giornali pubblichino “tutte” le notizie, anche quelle sgradite a chi detiene il potere o a chi è proprietario del giornale o a chi lo finanzia o a qualcuno che potrebbe sparare.”
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